venerdì 7 novembre 2014

Stoner

"Cosa ti spettavi?"
Questa domanda continua a ronzarmi in testa mente ripenso alla vita di William Stoner magistralmente raccontata da John Williams, e altrettanto ben tradotta da Stefano Tummolini, in 322 pagine.
 
 
 
Immagine di Stoner
 
 
In queste 322 pagine viene semplicemente raccontata la vita di un uomo qualunque, senza colpi di scena, gli eventi si susseguono uno dopo l'altro, il protagonista non compie imprese straordinarie ne tantomeno cattive azioni, semplicemente vive.
Certo assistiamo a un percorso che in parte porta alla maturazione del ragazzo-contadino che parte per iscriversi all'Università e che diventa un adulto professore, ci entusiasmano per la perseveranza con cui porta avanti scelte impopolari prendendo in mano la sua vita e rimaniamo delusi dall'incapacità di imporsi su altrettante vicende affettive e lavorative lasciandosi trasportare dagli eventi.
Insomma un uomo comune che forse proprio perché così comune mi è così vicino e l'interrogativo che si pone sul letto di morte mi inquieta riaprendo quelli che da sempre sono i grandi interrogativi degli uomini. "Cosa ti aspettavi?".... già "Cosa ci aspettiamo?" e, come viene detto nella post fazione del libro, "Che cosa conferisce valore e significato alla vita?"
Ho terminato il libro una settimana fa e ancora ne sento forte il richiamo, in particolare l'ultimo capitolo mi ha letteralmente ammaliata per il lirismo con cui viene descritta la conclusione della vita si William.
 
 

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