Ora capita che con mio marito, una anno fa, abbiamo attuato ciò di cui stavamo parlando da qualce tempo! Lasciare la capitale europea belga per un paesino dell'entroterra ligure. Lasciare un posto fisso e uno precario per uno precario .... in più con una bimba appena arrivata.
La scelta non è stata accolta tanto bene dai rispettivi genitori, che a oner del vero, una volta esternelizzato le perplessità, ci hanno aiutato a concretizzare la nostra decisione. Ma nemmeno dal restante "mondo", che non capisce, e che anzi si arrabbia.
Si arrabbia perchè non si può lasciare Bruxelles per Isola del Cantone. Non si può voler tornare in Italia dove tutto va male, e non si può non voler assicurare un futuro ai propri figli, tornando in un Paese che non ha nulla da dare.
Visto che nonostante queste considerazioni, abbiamo voluto fare di testa nostra, ora dobbiamo essere buoni e non lamentarci.
Quindi se durante la pausa caffè davanti alla macchinetta, racconto di come un autista abbia impedito a una ragazza di salire sull'autobus con il passeggino, e racconto di come a Bruxelles in tutti i bus vi sia uno spazio destinato alle carrozzine, il commento è "Peggio per te che sei voluta tornare, le cose su (Belgio) funzionano diversamente".
Come se parlassimo di fantascienza, di cose che da noi non sono possibili e ci si debba accontentare di quello che abbiamo.
Mah, raccolgo ma non commento.
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