sabato 15 febbraio 2014

Bambini davanti a un tablet

Lo scorso sabato ho partecipato a una conferenza organizzata dal gruppo di pedagogia steineriana i Bricchetti dal titolo "ll bambino davanti allo schermo - un problema educativo e sociale" 

L’invito recitava:

"Fin dalla più tenera età i bambini vengono esposti agli influssi della moderna tecnologia. Che cosa significa ciò per il loro processo di sviluppo e di maturazione? Come si rapportano con la realtà virtuale? Quali sono le ricadute nella crescita sociale dell’età successiva?  Come possiamo cogliere le loro reali necessità  nelle diverse tappe della  loro crescita, così da poter fare come educatori delle scelte responsabili e consapevoli? Troppo spesso lo “schermo”, che etimologicamente significa riparo e rifugio, diventa invece causa di influssi da cui ci si deve  proteggere e difendere."

Il tema del rapporto bambino/nuove tecnologie mi affascina molto proprio per la sua dualità (alcune interessanti considerazioni qui).

Da circa un anno abbiamo acquistato l’Ipad, ne sono rimasta stregata anche perché, vista la mia poca dimestichezza con l’uso dell’informatica, l’Ipad mi conduce per manina dove voglio arrivare, tutto è “preimpostato”.
Inutile dire che le potenzialità sono molte le app sono accattivanti e se vuoi didattiche, libri in lingua originale con la funzione "leggimelo", giochi montessoriani, e si può andare avanti. Ci sono poi tablet pensati per i bambini come questo di cui ha parlato Cinzia qui
I bambini hanno una facilità a muovere le loro ditina su questi schermi magici che si allargano restringono, fanno apparire e scomparire, insomma grandi e piccini vengono catapultati in una nuova realtà.
Un tempo erano i libri che ti facevano volare, sognare; la mente viaggiava elaborando mondi, personaggi, ora a questo tipo di magia si è sostituita quella della velocità, del tridimensionale, ma forse più per noi adulti non ancora abituati,  i nostri figli cresceranno circondati da quello che a noi oggi fa restare a bocca aperta.
Siamo in piena rivoluzione digitale e' giusto esporre i nostri figli alle nuove tecnologie? Per il relatore della conferenza no, o meglio non prima dei 10 -13 anni, non prima che il bambino abbia capito cos'è e come funziona un computer.
I rischi di una esposizione precoce del bambino a schermi di televisione o computer sono sostanzialmente: un progressivo decadimento del linguaggio e un calo della capacità creativa del pensiero.
Mentre per molti l'uso del computer rende i bambini più svegli e capaci di reagire agli stimoli, per il relatore lo schermo riproduce una realtà virtuale finta che non permette ai bambini di apprendere coninvolgendo tutti i sensi.
Mentre il relatore parlava pensavo ad Agata completamente autonoma nell'uso del pc, come evitare che diventi una droga? innanzitutto, come sempre, con l'esempio. Un genitore sempre attaccato al computer al telefonino non è certo un buon modello, per cui prima di tutto dobbiamo disintossicarci noi adulti, dobbiamo imparare a limitarci per poter chiedere ai nostri figli di limitarsi.




2 commenti:

  1. Davvero interessante qs conferenza! Grazie per avere condiviso quello che hai appreso! Secondo me fare avvicinare un bambino alla tecnologia dopo i 13 anni mi sembra alquanto irrealistico visto che i bambini sono letteralmente circondati da tecnologia, ma tant'è la scuola steineriana è anche a sfavore della TV quindi nn mi stupisce! Credo che noi genitori nn dobbiamo negare ma aiutare ad avere un giusto equilibrio con tablet, pc ecc e fare capire che qs device possono essere positivi se usati nel modo corretto ma possono trasformarsi in armi pericolose se usati male! E poi concordo con te che l'esempio è la cosa migliore! Come ho già detto nn posso pretendere fra qualche anno di nn fare usare il cell a tavola mentre si pranza se loro hanno sempre visto i genitori che lo fanno!
    Grazie Simona per la citazione e per i nuovi spunti di riflessione!
    Baci :-)

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    1. Condivido, anche per me è anacronistico! inoltre penso che certe scelte siano più facili da seguire se hai la possibilità di stare a casa con i figli. Noi non abbiamo la TV ma Agata quando è dai nonni un po' di televisione dopo i compiti la guarda, ed è un momento di svago anche per i nonni che hanno un attimo di respiro. Se ci fossi io non l'accenderei, eccetto sporadici casi, ma non posso imporre tutte le mie scelte, considerando che comunque anche loro abbracciano il nostro approccio educativo. Grazie di essere passata

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